domenica 22 aprile 2012

Media, professoroni ed imposizioni al comportamento

La notizia pubblicata dal Corriere della Sera (leggi qua) è piuttosto interessante e riguarda come ci dovremmo comportare per salvaguardare il pianeta e la nostra stessa vita seguendo, tra l'altro, delle scelte alimentari particolari.

Purtroppo, questi dettami, che sono fortemente eticizzati e alle volte derivanti da "Bias Etico", hanno lo scopo principale di "entrare" nella testa dei soggetti che sono in disequilibrio psicologico, influenzandone il comportamento, per poterli controllare meglio.

Una esigenza di questo nasce dal fatto che un soggetto che non è più autonomo nel pensiero ed automatizzato nel comportamento è più vulnerabile e gli si può far consumare ciò che si desidera e fargli credere ciò che si vuole.

Come al solito, sarebbe da capire l'etica di questi "professoroni" che limitano la vita degli altri (perchè seguire i comportamenti che vengono proposti di certo non migliorano la vita del singolo); infatti sarebbe da vedere se tutti i dettami che ci propongono sono seguiti da loro stessi. Se lo facessero davvero, molto probabilmente, non li sentiremmo più gracchiare sciocchezze perchè sarebbero intenti a cercare di sopravvivere (perchè di questo si tratta) e non potrebbero consumare in maniera scellerata come fanno per poter essere presenti sulle testate nazionali ed internazionali.

Di questo si parla , naturalmente ed in modo più completo nel libro. Qui un piccolo passaggio:

<< A questo punto è il caso di gettare una provocazione: bisogna fare attenzione a che queste politiche comunicative non abbiano come risvolto anche una riduzione delle capacità produttive ed intellettive di una parte della popolazione destinata a tornare “schiava”, acritica e a basso impatto ambientale per permettere ad una fascia “privilegiata”, più intelligente ma anche meno sensibile (non soffre per il dolore altrui), di mantenere i propri standard di vita.
Potrebbe ciò derivare anche dal fatto che nei paesi emergenti si stanno formando nuove fasce di popolazione middle class che sostituiranno quelle dei paesi sviluppati?
Il sospetto della malafede, poi, non appare trascurabile considerando che gli stimoli etici al volontariato o al contributo sono gestiti da media che fanno capo a fasce privilegiate della società. Quant’è etico, allora, pretendere un’etica dagli altri per poi sospenderla per se stessi? Di esempi ne è pieno il mondo: il Prof. Veronesi e la sua bella moto, Al Gore e la sua bella casa, Ban Ki-moon e i suoi alberghi a 7 stelle, fanno parte degli opinion leader che chiedono una riduzione nell’uso delle auto, dell’elettricità, dello spostarsi, del consumo indiscriminato, della riduzione dell’impatto ecologico, e sono gli ultimi ad agire in tal senso. Se fossero coerenti con i loro proclami, il giorno dopo non dovremmo più vederli in televisione e sui giornali; il loro scopo non è fare il bene del mondo e delle genti, ma piuttosto il loro. 
E come al solito non c’è niente di sbagliato in questo. Per assurdo, anche se appare difficile da accettare, è il comportamento più etico in assoluto, perché difende se stessi a scapito degli altri.>>  (Testo tratto dal libro "Il Piatto Piange" di Andrea Meneghetti vedi qui)

Nell'articolo all'oggetto, l'autore è Fulco Pratesi (del quale mi pare di ricordare qualche problema giudiziario) e sulla stessa pagina c'è la pubblicità delle attività della ditta Barilla, che guarda caso, ha a suo libro paga un certo Carlo Alberto Pratesi, una assonanza di nomi che stona in maniera incredibile e conferma ciò che ho detto fin'ora: con queste campagne mediatiche stanno vendendo qualcosa; non sta a me capire cosa, io vi ho presentato il come.

Nella stessa pagina web, nel momento della creazione di questo post (22/04/12), ci sono dei link ad un libro pubblicato con la collaborazione della Barilla: sono riuscito a scaricarlo e le cose scritte all'interno sono un mucchio di "bugie" che però sono molto importanti sia per strutturare la società (che così maschera una realtà imbarazzante) che per dare la possibilità all'azienda e ai vari soggetti della catena coinvolti, di pulirsi l'immagine (l'azienda) o di scaricarsi la coscienza (il consumatore).

Per concludere, ci stanno/stiamo raccontando un mucchio di sciocchezze.

Andrea Meneghetti

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