IL PIATTO PIANGE - il libro

Il Piatto Piange
IL PIATTO PIANGE
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ETICA, DUBBI E COMPORTAMENTI NELLA CATENA AGROALIMENTARE

<<E' un libro che partendo da una nuova definizione dell'etica con un approccio mediato dalle neuroscienze, passa ad analizzare il problema del sovrappopolamento del pianeta e tutte le tematiche di dubbio etico nella catena agroalimentare (produzione, trasformazione, distribuzione e pubblicità), i comportamenti e i disturbi alimentari (vegetarianismo,obesità, anoressia, bulimia, ortoressia eccetera), concludendo con un capitolo sulle dinamiche della vita e della società. Un argomento di estrema attualità trattato con una visione del tutto innovativa. >>

Questo BLOG nasce dopo l'avvenuta pubblicazione di una ricerca che introduce nuove prospettive a questa affascinate materia.
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INDICE

Prefazione dell’autore

ETICA: UNA QUESTIONE DI PROSPETTIVA
Una nuova definizione di etica
La percezione
Altruismo ed empatia

ETICA AGROALIMENTARE
La percezione degli alimenti
Bias etico
Equilibrio psicologico
Il disagio psicologico
La coerenza
Il cortocircuito etico
Popolazione di riferimento
Creazione del nemico
Consumerismo etico
Svolta etica per trauma emotivo e cambio della popolazione di riferimento
Livelli etici e ruolo sociale
Equilibrio competitivo
Empatia e teoria dei sentimenti morali in Adam Smith
Caso studio: un cortocircuito etico svedese
Caso studio: un dubbio etico tutto italiano
Caso Studio: l’etica agroalimentare ai tempi di Facebook

ECOLOGIA E SOVRAFFOLLAMENTO DEL PIANETA
Problemi di inquinamento
Soluzioni etiche?
Senso di colpa e ideologie
Sviluppo sostenibile
Caso studio: critica alla Food Policy
Caso studio: critica alla FAO

LA CATENA AGROALIMENTARE
Una premessa
Problematiche produttive e sfruttamento
a) Aspetti Umani
Caso studio: la raccolta della frutta e delle colture orticole
b) Aspetti animali
Condivisione della responsabilità della morte
Caso studio: la vivisezione
Impatto dell’allevamento sull’ambiente
Riflessione sulla caccia
c) Aspetti agronomici
Caso studio: la produzione biologica
Caso studio: i prodotti OGM

TRASFORMAZIONE, LOGISTICA E DISTRIBUZIONE
Impatto ambientale del trasporto
Sfruttamento dei lavoratori della catena di trasformazione
Ingredientistica
Frodi alimentari ed altre truffe ai danni dei consumatori
Caso studio: le Mozzarelle blu
Gli imballaggi
Il problema dei rifiuti
Obiettivo consumatore
Grande Distribuzione Organizzata (GDO)
Lo spreco e la “perdita fisiologica”
Caso studio: lo spreco del pane a Milano e il surplus produttivo
Caso studio: modello Last Minute Market
Etica della ristorazione
Caso studio: la Doggy Bag
McDonaldizzazione
Caso studio: McDonald’s licenza una dipendente per una fetta di formaggio
Bevande alcoliche: alimento o piaga sociale?
PUBBLICITÀ E COMUNICAZIONE
I termini della questione
Può esistere una campagna pubblicitaria etica?
Minime differenze tra due prodotti
Analisi dei media
Prodotti sotto inchiesta mediatica
Etichettatura
Caso studio: un caso di lobby
Acqua e conflitti d’uso
Il diritto di bere acqua in bottiglia
Caso studio: bibite energizzanti e caso Red Bull
Caso studio: Michael Pollan, “In defence of food”

VALUTAZIONI  SOCIO-ALIMENTARI
Distorsione della percezione alimentare
Il business dell’obesità
Il Junk Food
Soluzioni all’obesità
Lo stile di vita
Alimentazione e religione
Caso studio: evoluzione nella percezione degli animali
Lo scarto ontologico tra uomo e animale e tra gli animali

COMPORTAMENTI, CONSUMO ETICO E DISTURBI ALIMENTARI
Analisi del Vegetarianismo
Il continuum del vegetarianismo
Il bias etico del vegetariano
Vegetarianismo in giovane età
I disturbi del comportamento alimentare
Anoressia Nervosa
Bulimia Nervosa
Disturbo di alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder)
Ortoressia Nervosa

LA LEGGE BIOLOGICA
Approccio neuroscientifico
First in-First joy
La velocità della vita
L’esigenza di giustizia e di equità
La violenza mediatica per il controllo delle genti
Decrescita serena e riduzione della capacità produttiva

CONCLUSIONE

BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA
DEDICA
RINGRAZIAMENTI






Prefazione dell’Autore



In una società ormai globalizzata, nessuno può pensare di esistere ad “impatto zero” sul pianeta e di non influenzare in qualche modo la vita degli altri esseri viventi.
In questo senso l’analisi della produzione e commercializzazione agro-alimentare fa emergere problematiche di ordine etico, individuabili peraltro in qualsiasi campo produttivo sociale. Se infatti il concetto di etica è legato alla vita, cosa meglio del cibo può diventare rappresentativo dei vari risvolti di un meccanismo che nasce con la vita?
Tra cibo e vita esistono interrelazioni obbligate. Il cibo è ciò che serve a dare nutrimento e quindi a mantenere in vita un organismo, ma proprio per questo ne comporta la morte di un altro; lo riscontriamo in tutte le forme di vita, anche nelle più semplici, seppur in grado e forma diversi a seconda del livello evolutivo della specie e al Regno di appartenenza.
Di questa realtà, nelle sue articolate implicazioni, si vuole occupare questo libro, il cui titolo va letto nel suo duplice significato.
Il piatto piange si dice a poker, quando le puntate dei giocatori non sono sufficienti; assumiamo la frase per analogia, in quanto in campo alimentare la quantità di prodotti a disposizione è sempre inferiore alle esigenze della popolazione mondiale, nonostante ci sia una parte di mondo che consuma molto più del necessario per il puro sostentamento, destinando il surplus alle funzioni più specializzate e ad una gratificazione edonistica non sempre utile alla salute.
Il piatto piange, poi, richiama le violenze che sorgono nel reperimento e produzione del cibo: qualsiasi prodotto che ci troviamo a consumare per il nostro sostentamento comporta, nella sua storia, lo sfruttamento e le sofferenze di qualche essere vivente. Quindi, il pianto come forma di rappresentazione del dolore nei primati.
Ma anche il problema dell’alimentazione, perché in questo momento storico, dopo molti anni di ricchezza e benessere, si stanno creando nuove tensioni. È saltato un equilibrio, seppur dinamico, che garantiva il benessere al mondo occidentale; con l’avvento di nuove economie e venti di crisi finanziarie, molto va rivisto e rivalutato anche perché i competitors, Cina ed India per inciso, possiedono etiche sociali ed economiche differenti, che non garantiranno i livelli di privilegio che fino a qui ci si è potuti permettere.

Questo libro non intende imporre una verità assoluta, ma è una proposta di emancipazione, di apertura a pensieri alternativi che aiutino a comprendere bugie, falsità e realtà del mondo in cui si vive.
Durante la ricerca da cui è nato ci si è imbattuti continuamente nei due discordanti filoni ideologici che dominano in campo agro-alimentare: da un lato, infatti, vengono proposte o imposte politiche di riduzione dei consumi e dell’impatto dell’uomo sul pianeta Terra, dall’altro si invocano politiche di sviluppo e sostegno (anche alimentare) in quelle aree del pianeta definite “secondo e terzo mondo”. In altre parole, ci troviamo di fronte a messaggi contrapposti: si dice che si vuole ridurre la fame nel mondo e nel contempo si dice che la popolazione mondiale è troppo numerosa e che le emissioni di CO2 per le attività umane devono essere ridotte, affermando che o si cambiano radicalmente gli stili di vita (andando a piedi, riducendo l’uso dei beni di consumo, ecc.) o il sistema mondiale esploderà; ma allora che senso avrebbero le auspicate politiche di sviluppo? Le soluzioni possibili sembrano andare in direzioni contrastanti.
C’è da considerare poi come le ipotesi di risoluzione del problema alimentare appaiano fantasiose e senza basi scientifiche ed economiche; lo scopo è infatti sfruttare l’empatia della gente verso un problema di forte impatto emotivo; la debolezza psicologica che impedisce di vedere soffrire un altro essere vivente (non solo umano) viene usata come una leva per influenzare il comportamento delle masse a favore di ben altri interessi, non certo per cercare di superare un problema che, appunto, non ha soluzione e forse non è neanche un problema.
Qui dunque non si propongono soluzioni, piuttosto si prospettano scenari, perché il sistema troverà da solo un suo equilibrio, per quanto molti siano inevitabilmente destinati a soffrire durante tale processo sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psichico. Del resto soffriamo e combattiamo ogni giorno per la vita e la sopravvivenza, anche se in forme e con aspirazioni diverse da paese a paese, da gruppo etnico a gruppo etnico, da gruppo sociale a gruppo sociale. Si soffre perché il cibo non è un diritto (come alcuni vorrebbero che fosse), ma è un bene che va conquistato.
Può apparire questa una chiave di lettura cruda, ma essa risponde ad una esigenza e ricerca di coerenza, che non è altro che una delle fonti dell’etica. Per questo già nel primo capitolo ci si imbatte in un’originale idea di etica che, per quanto sommariamente esposta, è la base necessaria per rendere comprensibile la tesi del libro. Ad altri tempi viene rimandata la stesura di una teoria organica di questa nuova idea di “etica neurale”, qui presentata per supportare l’ipotesi che non vi sia reale soluzione ai problemi alimentari i quali, a causa della struttura odierna del mondo, sembrano destinati ad aggravarsi.
In questa nuova prospettiva, l’etica e le sue forme di “scarico psicologico” possono essere considerate come fonti di sollievo in funzione di un’esistenza migliore, a meno che non ci costringano a vivere peggio perché non si riescono a gestire.