lunedì 26 novembre 2012

COOP, Luciana Litizzetto e lo sfruttamento dei dipendenti

A seguito di questo articolo del Corriere della Sera posso dire che nel mio libro questo argomento è trattato in maniera concisa ma efficace nell'ambito dello sfruttamento dei lavoratori della grande distribuzione alimentare con una predittiva situazione rispetto l'azienda COOPCONSUMATORI.

Sarebbe necessaria un'analisi più generale, anche sull'uso di personaggi televisivi per alterare la percezione del cliente mascherando il processo di sfruttamento. Inoltre ci sarebbe da valutare anche il personaggio "Luciana Litizzetto" che si definisce di sinistra e fustiga volgarmente le ipocrisie degli altri per poi essere lei stessa una delle più assurde icone presenti nella televisione italiana; l'unico personaggio a cui è consentito l'utilizzo del turpiloquio senza che nessuno eccepisca nulla. Questo però esula totalmente dagli argomenti trattati in questo blog.

Ecco qua però il passaggio del libro che analizza queste problematiche:

<< - Sfruttamento dei lavoratori nei punti vendita. Di casi in cui i lavoratori dei punti
vendita sono pagati poco, fanno orari difficili (lavorare anche la domenica), vengono
spiati sul luogo di lavoro si parla molto sulle pagine dei giornali. Tutte queste
situazioni sono acuite dalle tensioni competitive nel settore portando a volte, per
cercare di aumentare la produttività, riduzioni delle libertà personali. Senza cercare di
fare una casistica esaustiva richiamiamo semplicemente due casi: Coopconsumatori
(caso italiano) e Wal-Mart (caso nordamericano).
Il caso delle COOPconsumatori è interessante perché da enti di solidarietà
operaia e sociale, sono diventate delle boutique alimentari dove i nuovi operai e le
nuove classi del precariato italiano non possono permettersi di acquistare. Tra l’altro,
la creazione di un prodotto di alta qualità comporta sulla filiera l’utilizzo di pratiche
produttive che sfruttano gli addetti in modo notevole a vantaggio dell’acquirente
finale, ma a discapito della qualità della vita dei lavoratori. Fare il nome di un’azienda
ed esporre un caso è sempre imbarazzante perché bisognerebbe parlare anche delle
altre decine di casi delle ditte concorrenti, ma si è scelto il caso Coopconsumatori
perché molti dei loro messaggi aziendali hanno un carattere di eticità e questa
azienda è nata con un forte senso etico, il che rende interessante vederne il
cambiamento e l’evoluzione.
Il caso della Wal-Mart, per quel che riguarda un’ottica più vasta, viene richiamato
per gli stipendi bassi pagati ai dipendenti, per le differenze di salario tra uomini e
donne, per l’esclusione del sindacato nella contrattazione dei salari e della difesa dei
diritti dei lavoratori. Inoltre si è scoperto l’utilizzo continuativo di dipendenti non in
regola (anche se magari risultano chiamati da ditte esterne). Con l’importazione
dall’estero (soprattutto da paesi asiatici) di prodotti a basso prezzo, la Wal-Mart ha
influenzato tutta l’economia del settore in Nord America (non prettamente
alimentare), tanto da far coniare al New York Times la parola “Wal-Martizzazione”
per la società americana.>>

Tratto dal libro "ILPIATTO PIANGE" di Andrea Meneghetti