domenica 13 maggio 2012

Ortoressia Nervosa 3/3

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“Food rules my life”. La vita dell’ortoressico è regolata dal cibo e dalle modalità di consumo dello stesso. Gli aspetti che dobbiamo contemplare in quest’ottica sono i fattori “tempo” e “spazio” che creano un limite all'esistenza del soggetto. L’esigenza di essere sempre esattamente sicuri di ciò che si sta mangiando impone, a chi è affetto da questa nevrosi, di non avere degli “imprevisti alimentari” e quindi si impongono limiti di spostamento (non si può viaggiare) oltre al già menzionato problema relazionale per il quale non si può accettare un invito a cena per paura di cosa potrebbe essere servito. Un esempio dell’estremizzazione del comportamento ortoressico è offerto da quei soggetti che non bevono più neanche l’acqua delle bottigliette e cucinano solo con acqua filtrata (a parte il fatto che una quota dei sali minerali necessari alla dieta derivano proprio dall’acqua di rubinetto, ci si chiede come potrebbero queste persone prendere un aereo). Si perde quindi la capacità di spostarsi, di muoversi: è un limite sociale e vitale.
L’altro aspetto da considerare è che la ricerca e il reperimento del cibo “giusto” ed i metodi di preparazione del pasto “rubano” a questi soggetti molte delle ore della giornata, limitando quindi la possibilità di fare altre cose, tra cui anche gratificarsi o rilassarsi. Se andiamo a valutare poi uno dei consigli base per una corretta alimentazione, cioè la varietà nell’apporto alimentare, questo può essere uno dei fattori maggiormente disattesi dagli ortoressici. Ricordiamo che molte malattie possono sorgere da meccanismi e consumi ripetuti. Si denota quindi, in queste persone, l’esigenza di controllare tutto forse proprio perché non c’è niente di controllabile nella vita e gli eventi del mondo vanno per loro conto. In questa malattia si identifica il riflesso di una società ansiosa in maniera eccessiva.>>

(Testo tratto dal libro "Il Piatto Piange" di Andrea Meneghetti vedi qui)

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